NEWS – Dietro le quinte
La Fondazione Adolfo Pini, casa e studio del pittore Renzo Bongiovanni Radice, a partire da gennaio 2022 ha dato il via ad una importante campagna di riqualificazione della sua sede, e dell’intero palazzo di fine Ottocento di corso Garibaldi 2 a Milano.
Il progetto, realizzato in collaborazione con professionisti di primo livello, coinvolge il restauro della collezione permanente, il recupero degli ambienti, l’ammodernamento degli impianti, la messa in sicurezza e il riallestimento delle sale espositive.
Nei prossimi mesi la Fondazione accompagnerà il pubblico “dietro le quinte” permettendogli di assistere, eccezionalmente, alle diverse fasi del cantiere, e di riscoprire il patrimonio della Fondazione sotto una nuova luce.
La fine dei lavori e la riapertura al pubblico è prevista per la fine del 2023.

Fondazione Adolfo Pini
Casa del pittore Renzo Bongiovanni Radice, ha sede nella palazzina storica di fine ottocento in Corso Garibaldi 2. Nelle stanze, che furono dimora e studio del pittore, sono esposte in collezione permanente le sue opere, insieme agli arredi d’epoca. La Fondazione, istituita nel 1991 per volontà del Professor Adolfo Pini, ha lo scopo di recuperare e rivalutare l’opera e il lavoro dell’artista Renzo Bongiovanni Radice. A tal fine favorisce le attività di recupero delle opere del pittore, zio del fondatore, indicendo mostre per la relativa diffusione; Istituisce premi e borse di studio da erogarsi a giovani artisti nel settore della pittura, dell’attività artistica e letteraria.
Renzo Bongiovanni Radice e Adolfo Pini
Renzo Bongiovanni Radice (1899 – 1970) e il nipote Adolfo Pini (1920 – 1986), pittore il primo e professore il secondo, abitarono nella dimora di corso Garibaldi, 2, oggi sede della Fondazione Adolfo Pini. Molto uniti, seppur caratterialmente molto diversi, zio e nipote, amavano discorrere di canoni estetici, di filosofia, di arte, di bellezza. Adolfo teorizzava su tutto. In ogni opera d’arte cercava una tesi, viveva per il futuro facendo programmi; e poi Renzo, il suo contrario, legato all’effimero, all’emozione di un eterno presente, che al nipote insegnò la gioia di vivere.
